Arezzo ospita la giovane arte contemporanea italiana presso la sala Sant’Ignazio, dal 17 gennaio al 20 febbraio. Si tratta del lavoro di Beatrice Gallori e Nando Crippa, inaugurazione sabato 17 gennaio alle 18, a cura di Fabio Migliorati. Luogo storico, testimonianza del barocco aretino, Sant’Ignazio diffonde adesso l’arte attuale: prima è stata la volta di Crispolti poi di Tino Stefanoni.
La mostra è realizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Arezzo in collaborazione con Armanda Gori Arte. L’inaugurazione avverrà alla presenza di Gallori e Crippa e di Aldo Marchi, della galleria suddetta. Catalogo in sede. Ingresso libero, martedì-venerdì 16-19 / sabato-domenica-festivi 14,30-19,30.
Paquale Macrì: “Aritmie prosegue con una pittrice e uno scultore ‘a chilometro zero’, artisti del territorio che a pieno diritto stanno in questo contenitore culturale ricchissimo. E, attenzione, la prossima settimana arriva uno dei più grandi intellettuali europei, Serge Latouche che avremo il privilegio di salutare in Consiglio Comunale alle 9 di mercoledì 21, così come venne fatto per Zygmunt Bauman, e ascoltare la mattina alla Borsa Merci e al pomeriggio all’università”.
Ecco Fabio Migliorati: “parlo prima di Beatrice Gallori: l’idea dell’arte riassume una delle strategie più alte dell’umanità: la conquista dell’ignoto. Tale ricerca costituisce il tentativo di Beatrice Gallori grazie alla forza della banalità. La monotonia diviene soluzione energetica per certificare il volume nel colore. Per quanto riguarda Nando Crippa, l’artista è l’umilissimo narratore di un’effimera psicologia dell’irrisolto; egli domanda senza rispondere, produce modelli di umanità ed emanazioni situazionali di socialità diffusa. L’uomo è freddato nel calore quotidiano della storia di cui fa parte: egli è soggetto fragile solamente come individuo emozionale, poi diventa oggetto, funzione, esecutore perfetto di funzioni imperfette”.