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“Baby gang: dicano la vicesindaco Tanti e la giunta Ghinelli e cosa hanno fatto lei cosa intendono fare per prevenire il disagio giovanile”

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Dichiarazione delle consiglieri comunali Donella Mattesini e Valentina Vaccari (Pd)

“Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”: così cantava Fabrizio De Andrè e queste parole sembrano una precisa dedica rivolta alla vicesindaco Tanti e a tutta l’amministrazione Ghinelli.

Dica Lucia Tanti cosa ha fatto nei suoi 7 anni di governo della città affinché il disagio giovanile, anche nella forma delle baby gang, non nascesse? Cosa pensa di dover fare oggi? Quali politiche di prevenzione del disagio e di sostegno ai giovani e alle famiglie? A oggi ci risulta che niente sia stato fatto, solo parole e annunci.

“Non sono una badante”, “vada a pulire i cessi”, “baby gang: la galera è un primo passo”: questi i commenti che negli ultimi mesi Tanti ha espresso sulla stampa. Solo una azione giudicante da parte della vicesindaco nel tentativo di nascondere le sue gravi responsabilità, a partire dallo smantellamento dello Spazio Famiglia che era un servizio di eccellenza, una rete strutturata e debitamente formata proprio con la funzione di prevenzione e sostegno delle famiglie e della genitorialità. Inoltre, perché ha dismesso l’accordo tra Comune e istituzioni scolastiche basato sulla specifica formazione di insegnati e gruppi di genitori, per essere così meglio attrezzati per riconoscere fin dal sorgere atteggiamenti di disagio e poter intervenire in modo preventivo?

Manca ad Arezzo una rete di protezione sociale: non ci sono adeguati e diffusi spazi d’incontro e aggregazione dove i giovani possano esprimersi con laboratori ed esperienze, luoghi dove le iniziative non siano proposte dagli adulti, ma elaborate e proposte dai diretti interessati.

Le parole vestono chi le pronuncia e ‘galera’, che Tanti usa, indica un’idea di giustizia solo ‘punitiva’, densa di disprezzo: le serve per deresponsabilizzarsi. Dov’è la parte relativa alla ‘rieducazione’, essenziale fine da perseguire per un buon reinserimento sociale? Chi amministra e si occupa delle deleghe di minori e sociale, dovrebbe quantomeno conoscere le finalità del codice di procedura minorile che prevede specifiche misure alternative alla carcerazione.

Bene ha fatto la questore di Arezzo a proporre un percorso che preveda l’intervento verso le famiglie con il coinvolgimento di psicologi, psicoterapeuti, operatori sociali e società civile, per studiare insieme cosa fare e farlo subito, perché questi fenomeni di grave disagio giovanile vanno stroncati sul nascere, consapevoli che la repressione, l’ultimo anello di un ingranaggio molto più complesso, da sola non basta".

Lunedì, 30 Maggio, 2022