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Arcieri storici della Chimera

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Un pezzo di medioevo rivive domenica ad Arezzo

Si svolgerà domenica 26 maggio la gara di tiro con l’arco storico valevole per il Campionato Italiano “Lega Arcieri Medievali”: un evento che si tiene nell’ambito della “Disfida d’Arco Città di Arezzo” allestita e organizzata dal Gruppo Storico Arcieri della Chimera. Sono 260 i partecipanti da tutta Italia, anche dalla Sardegna.

L'arciere Marco Olivieri: “oltre al tre volte campione italiano under 14 Francesco Biancalani di 11 anni, il gruppo storico vanta la presenza di 'pueri', under 10, 'pargoli', under 14, 'paggi', under 17. Dame e messeri sono le categorie dei 'grandi' e schieriamo ovviamente pure queste. Siamo 30 fra arcieri e figuranti perché c'è chi viene anche solo alla sfilata. La nostra è un'associazione che privilegia una certa etica storica, la ricostruzione fedele sarà il passo successivo ma non è semplice. Ad esempio, a voler ricostruire alla perfezione un momento come la gara con l'arco, significherebbe vestirsi con abiti di seta tirata a mano, una cosa che comporta la ricerca di un tessuto specifico e spese non indifferenti. Per ora va bene anche il mantenimento della memoria, anche per quanto riguarda i premi, alimentari o in vino che erano i veri premi dell'epoca. Nella gara, la competitività è bassa e i complimenti reciproci, specie fra i bambini e i ragazzi, coinvolgono in una bella atmosfera di rispetto anche i grandi. Un aspetto oggi che andrebbe recuperato in ogni ambito”.

L'assessore Stefania Magi: “la presenza di tante persone provenienti da ogni parte d’Italia, consolida un turismo di nicchia e di qualità che, in questo caso, nasce dalla condivisione di una passione. Il gruppo storico, nato nel 2005, dimostra quanto in città lo studio sul territorio sia ampio e filologicamente importante. Mi hanno raccontato ad esempio di un documento del 1260 che testimonia un ordine da Salerno ad Arezzo di 300 archi. Dunque, parliamo di un'antica e alta specializzazione artigiana che affonda le radici nei secoli. Il gruppo inoltre svolge didattica nelle scuole per permettere agli studenti di conoscere il medioevo in forma particolare e di recuperare la memoria delle radici e di un’identità storica e culturale cittadina legata a un periodo, peraltro, di grande splendore”.

Il tiro con l'arco rivestì fondamentale importanza in epoca medievale. Ci sono testi d’epoca che trattano questa disciplina come il “Flos Duellatorum” di Fiore dei Liberi da Cividale. Arcieri donne erano sottaciute dalla nobiltà e dal clero ma uno scritto del Petrarca squarcia il velo narrando il suo secondo incontro con una donna napoletana che era una sorta di condottiero di gruppi armati, feroce e rinomata. Negli accampamenti medievali c’erano padiglione per i “miles” (i cavalieri) le tende destinate ai “pedites” (i fanti), ai medici, agli speziali, ai cacciatori, alle guide, ai sarti, alle salmerie. Non mancavano spazi per gli arcieri con le suppellettili e gli equipaggiamenti.

Il percorso di domenica è composto da 14 piazzole con relativi bersagli. Gli arcieri, divisi in gruppi e accompagnati, da un delegato della società, effettueranno a turno la propria serie di tiri (3/4 frecce per atleta) su appositi bersagli, posti a distanze variabili non superiori a 20 metri completando tutte le piazzole del percorso che si snoda tra l'area verde antistante il bastione della cinta muraria in via Signorelli, il cortile e il giardino della scuola Pio Borri, il campo di calcetto della scuola di San Gemignano, il Gioco del pallone, Sant’Agostino.

Bersagli e sagome saranno posizionati con la direzione di tiro verso mura e ostacoli fissi e mai verso l’alto, in modo da garantire la sicurezza dell’eventuale pubblico, il quale sarà convogliato sempre alle spalle dei tiratori. Le frecce usate in arceria storica sono unicamente in legno e pertanto a contatto con barriere solide quali le murature si spezzano senza rimbalzare.

Mercoledì, 1 Maggio, 2013