Tu sei qui

Approvati all'unanimità gli atti d'indirizzo su Liceo Sportivo e made in Italy

Share button

Respinto quello di Farsetti sulla rimodulazione delle tariffe

Simonetta Ghezzi ha illustrato un atto di indirizzo relativo alla legge che prevede che nell'ambito dei licei scientifici possa essere istituito un liceo  sportivo. Uno solo per provincia. L'attivazione dei primi corsi per questi nuovi istituti è prevista per l'anno scolastico 2014/2015. Il dirigente scolastico del liceo aretino “Francesco Redi” ha presentato la candidatura alla provincia e questa esprimerà il suo parere. Chiediamo, io e altri consiglieri, che sindaco e assessore allo sport appoggino con forza tale candidatura. Arezzo è capoluogo di provincia, è naturale diventi sede di questo corso che potrebbe 'interagire' con altre strutture. Ad Arezzo ci sono una vivace scuola arbitri, l'Informagiovani, sorgerà la nuova struttura del Campo Scuola, che sarà pronta in concomitanza del 2014/2015. Soprattutto scegliere Arezzo piuttosto che altre sedi in singole vallate significherebbe non penalizzare alcun territorio della provincia”.

L'assessore allo sport Francesco Romizi ha sottolineato come le aule “sarebbero al Centro di documentazione di Via Garibaldi presso Piazza San Giusto mentre non vedo ragioni di realizzare un liceo in Valdarno visto che già ne sorgerà un altro a Firenze”.

L'atto è stati approvato all'unanimità dai 24 consiglieri presenti.

 

Daniele Farsetti ha illustrato il suo atto di indirizzo “presentato il 31 gennaio. Non posso che rammaricarmi per la lentezza nell'esame. Il primo aspetto che rileviamo è l'utilizzo dell'Isee per identificare i criteri per il pagamento delle rette: 29 sono gli scaglioni a oggi, separati magari da pochissimo, anche un centinaio di euro. Dunque, se anche vogliamo mantenere  una certa quantità di scaglioni, riduciamoli in parte e rimoduliamoli verso l'alto, aumentando la soglia massima a 70.000 euro. Un reddito Isee di 70.000 euro equivale davvero a un reddito effettivo da benestanti.

Ed ecco il secondo aspetto: le tariffe sono modulate non sulle fasce di reddito ma concepite in modo tale che i 2/3 delle stesse siano fondamentalmente a carico della collettività. Il concetto ci sembra ingiusto. Noi proponiamo questa ratio: riportiamo un maggiore equità fiscale per le tariffe proposte dal Comune di Arezzo in questo ambito di servizi. Chi ha reddito Isee di 70.000 euro potrebbe pagare il 100% della retta. Tra 60 e 70.000 euro potrebbe pagare l'80% della retta. Sotto i 60.000 potremmo pensare a una generale ricalibrazione e sotto i 30.000 non prevedere aumenti.

Operazione che andrebbe compiuta di pari passo con la valorizzazione del patrimonio scolastico del Comune di Arezzo e con controlli sulle autocertificazioni Isee”.

L'assessore alle politiche scolastiche Barbara Bennati ha ricordato che “il discorso dell'Isee va approfondito. La Regione Toscana ha messo ad esempio vincoli importanti ma alcuni enti locali hanno fatto esperienze interessanti. Alla luce del lavoro portato avanti dagli uffici e dell'atto di indirizzo di Farsetti propongo di riunire una commissione unica scuola e bilancio per esaminare tutte le opzioni possibili da mettere in atto. Sui controlli posso dire che la PM sta già esercitando un bel controllo per rimediare a situazioni di evasione e iniquità”.

Analoga posizione dell'assessore, su un'esame tecnico approfondito, in un quadro di condivisione dei contenuti dell'atto, ha espresso Matteo Bracciali, che ha rilevato l'impossibilità di dare un voto favorevole senza un quadro chiaro sui numeri. “Il Pd se si votasse così si asterrebbe”. Luigi Scatizzi ha rilevato che “chi ha maggiori disponibilità deve contribuire di più rispetto a chi ha meno. Inoltre non vedo problemi ad approvare l'atto oggi e poi proseguire il lavoro in vista del bilancio nelle sedi deputate. E auspico un voto favorevole, come dato politico”. Anche per Marco Tulli “votare ora significa dare un indirizzo. Mi sembra una cosa semplice, cos'è astenersi se non un voto contrario?”.

Mentre per Gianni Mori “l'atto è sottoscrivibile, votabile e m'ispira una proposta per accelerare i tempi: troviamoci martedì per questa commissione congiunta e vedere insieme quale lavoro possiamo condurre”. Roberto Barone: “discutere una proposta del genere prima del bilancio, quando cioè ogni nostra idea viene blindata, è occasione più unica che rara”. Gianni Cantaloni “è un punto di partenza su un aspetto importante e sarebbe stato bene votarlo a gennaio o subito dopo la sua presentazione. Rimandarlo e ricominciare da capo sarebbe di difficile comprensione. E il Pdl voterà a favore”. Voto contrario è stato annunciato da Pilade Nofri “per rispetto verso la giunta e contro ogni forzatura”.

L'atto di indirizzo è stato respinto: 9 i voti favorevoli, 2 i contrari e 13 gli astenuti.

 

Rossella Peruzzi ha presentato un atto di indirizzo contro la contraffazione nella moda. “Una piaga che si traduce in costi legali per il contrasto del fenomeno, in calo degli utili, nello sfruttamento della mano d'opera, nel calo dell'occupazione e in rischi per la salute dei consumatori. Si parla di un giro di affari pari a 7 miliardi di euro, l'Italia detiene la triste leadership nella contraffazione, senza considerare il lavoro sommerso. Il problema è del paese nel suo complesso, non di un singolo territorio o comparto, dunque delle istituzioni, genera concorrenza scorretta e penalizza ogni impresa che vorrebbe puntare sull'innovazione. Il made in Italy va difeso e con questo atto intendo impegnare sindaco e giunta a ogni azione utile per contrastare il fenomeno creando un tavolo permanennte con ogni ente e associazione di categoria a cui una copia di questa delibera chiedo venga trasmessa”.

Gianni Cantaloni ha ricordato che “la crisi della Giole e della Lebole è cominciata dall'inizio di questo fenomeno. Condividere la tutela del made in Italy vuol dire difendere e valorizzare la nostra economia”.

Pilade Nofri: “la proposta di Rossella Peruzzi deve avere un seguito e non essere limitata alla sola approvazione di questo Consiglio. Alle imprese del territorio dobbiamo garantire di lavoro in modo diverso e più dignitoso. Quindi un tavolo di concertazione con Camera di commercio e categorie economiche che sia il preludio ad una strategia condivisa”

Luigi Scatizzi: “il documento di Peruzzi va portato all'esame dei nostri parlamentari. Localmente vanno intensificati i controlli nelle imprese e nelle località dove si produce fuori norma.

Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha ringraziato la consigliera Peruzzi: “il problema è molto più grave di quello che pensiamo. Deve essere contrastata l'illegalità che compromette il made in Italy e poi sostenute le imprese che caratterizzano il nostro sistema produttivo. L'Amministrazione comunale non può sostenere direttamente il sistema economico: questo è compito, in modo particolare, della Camera di Commercio”.

L'atto d'indirizzo è stato approvato all'unanimità con 23 voti a favore.

Sabato, 1 Giugno, 2013