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Ad Arezzo Mauro Staccioli

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Le sue opere monumentali a segnare, non solo simbolicamente, il territorio

Un obelisco, otto piramidi alte due metri, la mezzaluna in ferro e un’opera monumentale in cemento armato: si presenta così ad Arezzo Mauro Staccioli, toscano di Volterra, nato nel 1937, fortemente voluto dall’assessore alla cultura del Comune, Pasquale Macrì, in occasione del Natale. “Portiamo avanti - sottolinea Macrì - sia un ragionamento di ‘arredo urbano’ che sottolinea la vocazione di Arezzo quale città d’arte, ovvero che fa arte e non vive solo di quella del passato, sia una proposta che ha a che fare con la cultura del contemporaneo lungo le orme della prima biennale Icastica, che quest’estate ci ha fatto guadagnare in prestigio oltre che diverse pagine nazionali di cronaca dell’arte”.

Protagonista di questo nuovo allestimento ancora una volta Fabio Migliorati, curatore di Icastica: “le opere di Mauro Staccioli, sin dagli anni ’70, sono legate strettamente al territorio e allo spazio. Arezzo avrà qualcosa in più oltre alle luci di Natale. Qui è l’arte che parla e non la capacità di portare bellezza da parte dell’illuminotecnica, anche se l’illuminazione ‘artistica’ delle opere e dei monumenti, che sabato ha fatto la prima comparsa, offre indubbiamente spettacoli eccezionali”.

Dunque un nuovo museo a cielo aperto, dentro la città come lo è stato il festival tutto femminile di Icastica che ha portato le grandi protagoniste della scena internazionale, come la finlandese Kaarina Kaikkonen con le sue grandi installazioni di vestiti, Yoko Ono a Sant’Ignazio, i mille libri per l’opera di Alicia Martin in Corso Italia e Marina Abramovic a Casa Vasari.

Domenica, 1 Dicembre, 2013