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Accoglienza senzatetto, il centro di via Padre Caprara riapre con delle novità

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Presentato anche il pranzo di Natale per le persone in condizioni di disagio economico
Il centro di accoglienza per i senzatetto di via Padre Caprara riapre, da mercoledì 23 dicembre al 30 aprile, con delle novità che sono state illustrate dall’assessore Lucia Tanti e dal direttore della Caritas diocesana don Giuliano Francioli nel corso di una conferenza stampa. “Ogni ospite avrà un pass necessario non solo per la notte che trascorrerà nel centro di accoglienza, ma più che altro per avviare un percorso di inserimento nel canale dei servizi sociali, in modo da essere più precisi ed efficienti nell’accoglienza alla persona e valutare il bisogno generale della città. Al momento ad Arezzo ci sono circa 20 senzatetto, se le richieste dovessero aumentare troveremo il modo di far fronte - ha spiegato l’assessore Tanti. In questo contesto la Caritas mantiene un ruolo di primo piano, ma abbiamo deciso di coinvolgere anche altre associazioni e già hanno aderito numerosi volontari che si occuperanno di assistere i senzatetto nelle notti che trascorreranno al centro. Inoltre, ci sarà un servizio di vigilanza privata che farà dei passaggi nei locali di via Padre Caprara: non si tratta di un presidio, ma di un’operazione tranquillità per gli ospiti, i volontari e per la stessa città. Abbiamo anche voluto dare una risposta concreta all’accoglienza degli animali, nella maggior parte dei casi cani, che per le persone che si recano al centro sono veri e propri compagni di vita, talvolta gli unici amici che hanno. Per questo le associazioni animaliste si sono messe a disposizione e i cani trascorreranno la notte al canile comunale, dove avranno nutrimento e un posto al caldo, per poi essere ripresi la mattina dopo dai proprietari”. Don Giuliano: “E’ la prima volta che nell’esperienza della Caritas vediamo confluire altre realtà in un progetto di collaborazione tra istituzione e associazione. Il nostro supporto ha lo scopo di sollevare le persone da situazioni di indigenza: il passaggio dal fare l’elemosina al sostegno è fondamentale. La persona che soffre deve essere aiutata a uscire dalla sofferenza attraverso un percorso pedagogico. Un’assistenza da parte di volontari vuol dire coinvolgersi come chiesa, comunità, istituzioni per aiutare le persone a venire fuori da queste situazioni di disagio sociale. Anche per noi, quindi, rappresenta un cammino di crescita. Siamo alla continua ricerca di volontari: questo è il messaggio che deve passare in una città che si fa partecipe. Voglio proporre una nuova visione di Arezzo, come di una città che si interessa con amore per eliminare i disagi. Voglia e solidarietà sono due parole che possono essere rilanciate alla nostra città”. Presentato anche il pranzo di Natale per le persone in condizioni di disagio economico, che tradizionalmente si tiene nel sottochiesa di piazza Giotto, con un’ulteriore novità per quest’anno. “Un cittadino privato ha messo a disposizione il suo ristorante per accogliere e offrire gratuitamente il pranzo di Natale alle persone bisognose: si tratta del Ramvè di via Puccini. Quindi, oltre al pranzo nel sottochiesa organizzato e promosso come sempre dalla Cooperativa Agorà, si è aperta un’altra possibilità di dare un po’ di serenità a tutti in una giornata così importante – ha spiegato ancora l’assessore Tanti. Associazioni, quartieri della Giostra, cooperative, lo stesso Comune, tutti uniti per un obiettivo condiviso: questa è la mia idea di politiche sociali per la nostra città. La città c’è, lo ribadiamo, è una città discreta che sente il momento particolare che stiamo vivendo e particolarmente si fa sentire”. Presenti alla conferenza stampa anche la Misericordia e l’associazione Migrantes. Quest’ultima collabora al pranzo di Natale con i ragazzi ospiti della Comunità Don Bosco.
Martedì, 1 Dicembre, 2015