La visita del Papa ad Arezzo è innanzitutto una visita Pastorale e un’occasione di gioia e di festa di tutta la città. Non può essere ridotta, da nessuno, tanto meno da chi rappresenta tutta la comunità, a strumento di sterile bagarre politica. Il valore di questa visita non può essere piegato ad una polemica sui soldi, una volta tanto adeguati all’importanza dell’ospite, impegnati dall’amministrazione né a supplenza di una promozione turistica che non si è capaci di fare nelle sedi opportune. Il Papa viene a far visita alla nostra comunità in occasione delle rispettive ricorrenze per la fondazione di Camaldoli e di Sansepolcro e a confermare nella fede un popolo che nei secoli ha vissuto la sua appartenenza alla Chiesa come fondamento di laboriosità, corretta convivenza civile, cultura e carità. E’ con questo spirito che vogliamo accogliere il Santo Padre certi che la sua presenza e le sue parole saranno di conforto e di sostegno nelle difficoltà del presente, difficile, contingenza socio-economica come del resto sempre è accaduto nei passaggi più delicati della nostra storia, culminati nel miracolo della Madonna del Conforto, la cui devozione unisce gli aretini di tutte le estrazioni sociali e di tutte le idee. Siamo altrettanto certi che la presenza di una grande autorità morale e religiosa che ogni giorno, nell’esercizio del suo alto mandato, ricorda a tutti l’attenzione all’essere umano, la predilezione per i deboli e i sofferenti, l’esigenza del rispetto e della carità anche nella vita politica, abbia un alto valore civile anche per chi, non avendo il dono della fede, sa ascoltare i maestri di umanità. In noi in questo momento prevale il rispetto e la riconoscenza per questa visita, il dibattito politico riprenderà nei giorni successivi rafforzato dalla passione ideale e dall’amore per la nostra comunità che il 13 Maggio avremo rafforzato in noi.
