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Taglio del nastro al teatro Mecenate: una stagione realizzata in collaborazione con il circuito della Fondazione Toscana Spettacolo e con la partnership artistica del teatro Franco Parenti di Milano

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La nuova struttura di viale Dante ospita la stagione del “Petrarca” 2011/2012 La memoria corre al Politeama grazie alle installazioni di Emilio Isgrò Lo spettacolo inaugurale “Karenina” annullato a causa del maltempo

Il Sindaco Giuseppe Fanfani, accompagnato dall’assessore alla cultura Pasquale Macrì, ha ufficialmente tagliato il nastro del nuovo teatro Mecenate, inaugurando una “struttura - ha ribadito il Sindaco - fortemente voluta dall’amministrazione comunale” per ospitare la stagione di prosa 2011/2012 del “Petrarca”.

Su questa apparente contraddizione è noto il pensiero di Pasquale Macrì: “in passato si è creata un’indebita relazione fra la chiusura del teatro Petrarca e la riduzione degli spazi, degli spettacoli, dei cartelloni. Il teatro non è un edificio, si fa dappertutto, da sempre, dai tempi dei greci, anche nelle cantine, perciò quella che proponiamo è la ‘stagione del Petrarca’ momentaneamente ospitata al ‘Mecenate’. La Scala d’altronde è stata chiusa sei anni per restauro eppure Milano ha avuto in quel periodo la stagione della Scala che si teneva al teatro degli Arcimboldi. E quando anche Arezzo vedrà riaperta la sua cattedrale dello spettacolo, il ‘Mecenate’ non sarà lasciato a se stesso ma resterà un luogo importante. Intanto, vi ospitiamo una stagione di grande qualità che si avvale della collaborazione del circuito della Fondazione Toscana Spettacolo e della partnership artistica del teatro Franco Parenti di Milano. Collaborazioni destinate a durare nel tempo e di cui andiamo orgogliosi”.

“Arezzo ha un teatro in più - ha dichiarato soddisfatto Fanfani - e in un periodo di crisi non era cosa scontata riuscire a fare questo regalo alla città in pochi mesi. Abbiamo scelto un’intitolazione piuttosto ‘impegnativa’ visto che la dedica è caduta sull’aristocratico aretino che diventò il consigliere culturale del primo imperatore romano Ottaviano Augusto. Questa amministrazione è impegnata seriamente a dare alla città tanti nuovi spazi culturali che vanno dalla sala Sant’Ignazio al teatro vasariano di Fraternita, dalla prima sala espositiva pubblica che questa città potrà vantare, sempre in Piazza Grande, al già ricordato Teatro Petrarca per il quale abbiamo individuato la fine del 2013 come data plausibile per una sua riapertura”.

“Un nuovo teatro è una festa! - ha dichiarato Beatrice Magnolfi, presidente di Fondazione Toscana Spettacolo, in occasione dell’inaugurazione del teatro Mecenate - Una festa per la città di Arezzo e per tutta la Toscana. Una festa per la cultura che in tempi di crisi non solo non arretra ma conquista nuovi spazi. Sembra, infatti, che la crisi renda più necessaria la cultura. Non fa eccezione lo spettacolo dal vivo. Fondazione Toscana Spettacolo ha, quindi, accolto con entusiasmo e con grande qualità nelle proposte artistiche la sfida di una città colta e sensibile come Arezzo che, grazie al coraggio della sua amministrazione, offre ai cittadini un cartellone di eccellenza… in attesa del teatro Petrarca”.

Gli interventi sono stati intervallati dalla esecuzione del “Concerto di Varsavia” di Richard Addinsell eseguita dal maestro aretino Carlo Alberto Neri che ne ha offerto una versione rielaborata da lui stesso.

 

Quello che era lo spettacolo inaugurale, “Karenina prove aperte di infelicità” - di Emanuele Trevi e Sonia Bergamasco. Da Lev Tolstoj, con Sonia Bergamasco. Regia di Giuseppe Bertolucci - previsto per domenica 12 febbraio è stato rinviato a causa del maltempo. Analoga sorte anche per l’anticipo filosofico de “Il teatro e la caverna”. Era prevista la conferenza all’auditorium Aldo Ducci di Salvatore Natoli sul tema “Libertà e desiderio”. Appuntamento, dunque, rimandato.

 

Al “Mecenate”, ricavato dall’ex auditorium della scuola media Francesco Severi, si accede da viale Dante e non da via Alfieri. Il teatro è composto da una gradinata unica capace di ospitare 300 spettatori. L’intervento di riadattamento effettuato dagli uffici tecnici dell’amministrazione comunale ha permesso al teatro di dotarsi di tre camerini adeguati collegati al palcoscenico e ai rinnovati servizi igienici, americane, scenari e quant’altro sia utile a ospitare anche compagnie strutturate e non solo one man show. A proposito di palcoscenico, ecco le dimensioni: 10 metri per 6,50; altezza 6,30. Poco meno che le stesse del Teatro Petrarca. Ovviamente non sono mancati adattamenti strutturali ai vari locali e la realizzazione di nuovi impianti elettrico, trattamento aria, riscaldamento e antincendio.

 

Sedutosi in platea, lo spettatore che entra al teatro Mecenate, torna con la memoria agli anni del Politeama: infatti le due colonne alte sette metri ai lati del palcoscenico saranno avvolte dalla doppia installazione dell’artista Emilio Isgrò che riproducono la versione originale in inglese e la traduzione italiana della frase di Shakespeare tratta da “Come vi piace” (As you like it): è il mondo intero una ribalta. Ma non solo. Se qualcuno, fin da bambino, si è chiesto come proseguiva, ecco che finalmente può soddisfare la curiosità. Sempre nella duplice installazione campeggia infatti: e tutti uomini e donne siamo attori. Tutto il brano shakespeariano dove sono inseriti questi due periodi è stato letto dal direttore artistico della stagione di prosa Andrea Biagiotti mentre quando alle opere è stato tolto il velo sono risuonate le note dell’inno di Mameli eseguito dal maestro Lorenzo Donati e cantato dal coro aretino Vox cordis.

 

Emilio Isgrò ha regalato questa sua opera ad Arezzo, in un gesto, è il caso di dire, “mecenatesco”. L’artista di Barcellona Pozzo di Gotto, famoso anche come giornalista, scrittore, drammaturgo, attore, sceneggiatore, sua è la “Orestea di Gibellina”, monumentale trilogia siciliana rappresentata nel Belice per tre stagioni consecutive dal 1983 al 1985, è uno dei maestri del contemporaneo, artefice, a partire dal 1964, delle “Cancellature”: enciclopedie e libri completamente cancellati con i quali ha contribuito allo sviluppo in Italia della cosiddetta “poesia visiva” e dell’arte concettuale. Fanfani e Macrì hanno voluto ringraziare pubblicamente Emilio Isgrò per la disponibilità, la dedizione e la generosità auspicando inoltre una futura collaborazione in vista di una sua possibile mostra personale alla Galleria Comunale di Arte Contemporanea. Ringraziamenti anche per Marco Bazzini, direttore artistico del Centro Pecci di Prato, per il proficuo contatto con Isgrò e per la volontà  di coordinare in futuro l’evento espositivo, in collaborazione con la galleria Boxart di Verona, attiva da anni in progetti di alto spessore culturale in collaborazione con lo stesso Isgrò.

 

Non sarà l’unica opera d’arte che campeggerà al “Mecenate”: presto sarà inaugurata l’installazione di Fabrizio Dusi in cui due soggetti si scambieranno la massima di Marco Tullio Cicerone tratta dalle “Epistolae ad Atticum”: sensus populi maxime in teatro perspectus est.

Mercoledì, 1 Febbraio, 2012