Il vice sindaco reggente Stefano Gasperini ha presentato in Consiglio Comunale la tariffa Tari per il 2014: “l'ammontare per quest'anno è di circa 18.000.000 euro, rispetto al 2013 c'è un aumento del 9%, minore di quello paventato alcuni mesi fa e questo grazie al lavoro svolto dall'amministrazione comunale a partire dall'assessore Dringoli. Una situazione che non ci lascia del tutto soddisfatti. Il Comune di Arezzo non ha avuto e non avrà per il futuro problemi a votare contro delibere proposte dall'autorità gestore del servizio e sulle quali è in disaccordo. Come abbiamo fatto a giugno in occasione dell'assemblea sul piano economico e finanziario. Oggi votiamo per l'articolazione tariffaria, spalmiamo sulle utenze la cifra suddetta, un numero che altri hanno stabilito. Sia chiaro, non mi sottraggo alla domanda di fondo: qual è il ruolo dei Comuni, quale significato dare al concetto di autonomia territoriale? Ora abbiamo gli Ato, presto avremo gli Atem per il gas. I prossimi mesi dovranno vederci impegnati a marcare una presenza, magari di minoranza, attenti a vedere qual è la dimensione ottimale, caso per caso, per lo svolgimento di un servizio”.
Alessio Mattesini ha replicato sostenendo invece che si tratta di “un aumento consistente per tutti i cittadini e le categorie economiche. Vorrei capire la legittimità dell'aumento a fronte di un servizio che nel passaggio da Aisa ad Ato Toscana sud è rimasto invariato. Sì, è vero, partirà un servizio in più da novembre, un porta a porta in alcune frazioni, ma voi legittimate per soli due mesi un aumento simile? Dov'è poi l'incremento della qualità del servizio? Abbiamo appreso che Aisa avrebbe maturato degli utili: bene, con questi in cassa penserà a ridurre le tariffe oppure no? Ricordo infine che in commissione su questa pratica è stato dato parere negativo, dove è la maggioranza?”.
Daniele Farsetti: “siamo dinanzi alla conferma che la comunità aretina è stata truffata entrando in questa azienda unica di gestione. Nel trasporto pubblico locale, lo dico oggi, accadrà la stessa cosa. Vediamo se sarò smentito. Contesto il concetto stesso di 'ottimizzazione': aumentano le tariffe senza l'aumento del servizio, ma vi rendete conto che questo cozza con la normale intelligenza? Siamo qui nel mero ruolo di ratificatori di numeri che non ci vengono dettagliati. Esempio: voce 'costi generali di gestione', 5 milioni e mezzo di euro. Mi dite che vuol dire? Ma se da tre società di gestione siamo arrivati a una, non avremmo dovuto semmai ottenere una riduzione di questi costi? Da subito. Sennò a che serve l'accorpamento? Anche nei rifiuti, poi, abbiamo scoperto che c'è la remunerazione del capitale investito a favore del gestore. Ritengo questa remunerazione contraria alla legge. Siamo poi convinti che il modello toscano sia il migliore? Non parlo da un punto di vista ambientale ma proprio in un ottica di risparmio: ci sono statistiche serie dove emergiamo invece come la seconda regione meno virtuosa d'Italia, subito dopo il Lazio”.
Francesco Francini: “partendo dalla parola 'truffa' di chi mi ha preceduto, dico che nella fattispecie penale della truffa si ammette la buona fede del truffato. Qui, invece, quando hanno creato gli Ato e si sono inventati il passaggio a una gestione 'ottimale' del servizio, era tutto chiaro: che questa forma di gestione avrebbe portato all'aumento delle tariffe. Magari fosse stata una truffa, magari vi avessero preso in giro facendovi credere bianco invece di nero! E noi dovremmo anche applaudirvi perché invece del 20, del 15, le tariffe aumentano del 9%? Ma volete scherzare? Siamo la città dove aziende pubbliche hanno buttato 900.000 euro sulla Casa dell'energia e un'amministrazione pretende un aumento della Tari, così, solo per rispondere alla logica fuori dalla realtà del Pd toscano. Diamo un segnale, votiamo contro. Capisco che per voi non è facile, visto che questo percorso lo avete avviato e portato avanti. Se lo deve adottare un commissario questo atto, lo faccia un commissario”.
Roberto Barone: “la prima considerazione che viene da fare è che l'ottimizzazione tanto sbandierata si è rivelata un miraggio. Rispetto al passato recente, leggi Aisa, Sei Toscana ha peggiorato il servizio o comunque, nella migliore delle ipotesi non lo ha migliorato. Ato Toscana sud e Sei Toscana sono venuti in commissione consiliare a esporci asetticamente la situazione, ci veniva spiegato che l'aumento ha una sua logica, ci sono l'Istat, lo smaltimento presso l'impianto di trattamento... ma non era stata scorporata la parte impiantistica di Aisa, con Aisa impianti, per lasciare fuori il termovalorizzatore dal perimetro di Sei Toscana? Questa è una cosa poco chiara. Tutto ciò, è stato detto, si reggerebbe su un piano economico finanziario dove non è citato alcun ricavo. Possibile che non ne otteniamo, anche minimamente, dalla raccolta differenziata?”.
Marco Tulli: “a Roma, all'epoca della giunta Nathan, l'assessore ed economista Giovanni Montemartini proprio per calmierare le tariffe e permettere gli investimenti si inventò le municipalizzate. Oggi, ubriachi di liberismo, tradiamo questa esperienza che voi dovreste ristudiare perché fate l'esatto contrario: nessun investimento e tariffe che aumentano”.
Luigi Lucherini: “ogni economista ci dice che per superare l'attuale momento bisogna diminuire il carico fiscale per il cittadino. Noi andiamo in direzione contraria, con tanti piccoli aumenti percentuali. Sommiamoli e ci accorgeremo dell'effetto che producono. Quello che purtroppo devo denunciare è la continua proliferazione di complessi vasti: dalla Regione ci dicono che graverebbero meno e invece constatiamo a ogni occasione l'enorme incoerenza dei maggiori costi che a causa loro siamo costretti a sopportare. Il voto contrario di oggi di un'intera assemblea rafforzerebbe il voto contrario di giugno in assemblea di Ato rivendicato dall'amministrazione, che se vuole essere coerente con quella decisione e sostenere le ragioni dell'autonomia decisionale, non può che comportarsi così”.
Luigi Scatizzi: “immagino che creare aree vaste sia imposto da una legge nazionale, dunque stiamo ragionando in un quadro giuridico obbligatorio. Mi aspetto dalla società un piano economico che magari oggi porti a un aumento del 9% ma nei prossimi anni giunga davvero alla razionalizzazione della gestione e a un servizio migliore. Affinché questo avvenga bisogna essere incisivi in questa società, con i nostri rappresentanti. Il presidente di Sei Toscana, ad esempio, è aretino, non credo sia difficile interloquirci. Il mio voto sarà comunque favorevole senza dimenticare quanto sia necessario intraprendere una strada che permetta di migliorare gli aspetti attuali. Politicamente occorre pretendere un cambiamento”.
Gianni Cantaloni: “serve un rapporto continuo, incisivo, con i gestori di queste realtà. Non possiamo sempre lasciare ad altri politicamente più forti il compito di gestire i nostri destini. Uno dei temi fondamentali di confronto, accanto a sicurezza e manutenzione, è proprio quello delle tariffe. Ma, su queste, bisogna rivedere le politiche, bisogna fare capire ai presidenti e direttori che le amministrazioni di questa città, di qualunque colore, saranno tese a ricercare per i cittadini servizi migliori a costi ridotti. Il mio voto sarà favorevole a dimostrazione del fatto che io a questa amministrazione non delego più nulla: siamo oberati e assaliti da problemi, la città ha bisogno di un respiro maggiore e quindi serve trovare tutti assieme soluzioni per il bene della comunità”.
Rodolfo Rossi: “questa discussione ha una sostanza, inscritta in un percorso politico e istituzionale legittimo. Non ci sono estremi di truffa, tanto per chiarire. Quando la prima volta sentimmo parlare di Ato, ambiti territoriali ottimali, era l'epoca della legge 'Galli' sul servizio idrico. Quella legge si calava in un momento storico in cui la crisi non c'era. La logica della legge invitava i Comuni, assieme, a integrare e mettere sotto controllo i servizi. Una delle prime regioni che attivò questi Ato fu la Toscana. All'epoca il servizio idrico era in un modo, oggi è in un altro e sfido a dire che non è migliore. Chiaramente questo percorso è costato alla comunità: con le tariffe. Oggi questa impostazione politica ha incrociato la crisi economica mentre il legislatore tende ad allargare gli ambiti territoriali senza più confinamenti ridotti. È chiaro che questo allontana i servizi dal cittadino”.
Cinzia Scartoni: “dentro Sei Toscana, Aisa va a ripagare le risultanze di altre realtà. Occorre riconoscere che ci troviamo dinanzi a una situazione enorme, dovremmo essere presenti quando ci propongono queste tipologie di accorpamenti. Nel momento in cui anche sull'acqua verrà avanzata l'ipotesi di un Ato, ci ritroveremo in questo contesto rischiando di perdere un'altra nostra eccellenza. Non possiamo a questo punto creare un ulteriore danno non votando questa delibera ma ciò non impedisce di richiamare la politica a un atto di dignità: valutiamo bene future proposte di apparentamenti e in quelli già esistenti dimostriamo coraggio”.
Al termine del dibattito l'assessore Franco Dringoli ha fatto alcune precisazioni: “saremo chiamati a definire prossimamente il piano quinquennale sulla riorganizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti. Intanto il piano economico finanziario attuale prevede una continuazione del porta a porta dove già avviato nelle frazioni della Valdichiana e di porta a porta per alcuni mesi nella zona nord di Arezzo. Sono cose che comportano costi. E poi non è che il porta a porta in sé produceva ricavi, diciamo che Aisa riusciva a ottenere un margine di 100.000 euro di utile ma post-raccolta. Passare casa per casa con personale tutti i giorni della settimana è facile capire che costa di più che passare con i camion. Certo, è una pratica corretta da un punto di vista ambientale, si riduce la quantità di rifiuti che vanno a incenerimento ma gli impianti hanno pur sempre costi fissi che non vengono ridotti per qualche tonnellata bruciata in meno. Questo per fare capire come la questione sia complessa. Il percorso va studiato in ogni passaggio per renderlo economicamente sostenibile”.
Matteo Bracciali: “il vicesindaco reggente si è preso la responsabilità di portare una pratica complessa, in un momento in cui il Pd, dopo le recenti vicende politiche, non ha i numeri in Consiglio Comunale. Di questo gli rendo merito. Oltretutto ha presentato la pratica con grande onestà intellettuale e questa è stata premiata da quei consiglieri, che ringrazio, che vogliono aprire un confronto serio con la maggioranza per un futuro di città”.
“Questa città - ha chiuso il dibattito Roberto Ruzzi - ha bisogno di ripartire. Il voto del nostro gruppo è favorevole, marcheremo stretto questa amministrazione. Io il commissario non lo voglio”.
La delibera ha ottenuto 20 favorevoli e 7 contrari.