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"Inceneritore di San Zeno, ampliamento senza limiti?"

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Nota del gruppo consiliare Partito democratico

È di questi giorni la notizia che Aisa Impianti ha depositato presso gli enti preposti la richiesta per mantenere in vita la linea di incenerimento rifiuti L45 (quarantacinquemila tonnellate di capacità smaltimento), che in origine doveva essere dismessa a vantaggio della nuova linea di smaltimento rifiuti da 75mila tonnellate. L'operazione viene giustificata in quanto il processo garantirebbe maggiore produzione di energia elettrica. Più volte in passato abbiamo approfondito e dibattuto sull'argomento e per tale motivo possiamo affermare con assoluta certezza che la capacità di incenerimento complessiva di 120mila tonnellate è sovradimensionata sia rispetto alla necessità della provincia di Arezzo sia dell'Ambito Toscana Sud. Considerando l'altro importante e grande inceneritore di Poggibonsi, vogliamo proporre oggi un'altra riflessione.
I cittadini aretini hanno sopportato e stanno sopportando il disagio di un impianto come quello di San Zeno posizionato alle porte della città, con tanto di cattivi odori che si propagano soprattutto verso la zona di Chiani-Battifolle-San Giuliano. Un impianto che di anno in anno sta crescendo sia in termini di capacità di incenerimento che di biodigestione della frazione organica, a fronte di zero ricadute in termini economici per il territorio limitrofo, con scarso impegno e risultati mediocri anche in termini di aumento della raccolta differenziata, con pochi e sbagliati investimenti. Il Comune di Arezzo, principale azionista all'80%, lascia in azienda gli utili che ogni anno produce, utili che nelle società partecipate dovrebbero invece essere ripartiti tra i Comuni soci in base alla propria percentuale. L'imposta di disagio ambientale non viene utilizzata per sopperire ai disagi delle zone limitrofe mentre l'azienda, salvo campagne episodiche di greenwashing e poche briciole in attività di monitoraggio di emissioni e salvaguardia ambientale, non reinveste per i cittadini di Arezzo. Ci domandiamo quindi: questo ennesimo ampliamento a chi serve, forse a fare diventare Arezzo la pattumiera dell'intera Toscana? I possibili vantaggi economici che darà, ne darà molti perché la crescita del business dei rifiuti è costante, saranno utilizzati per mitigare i disagi di un impianto smaltimento rifiuti sovradimensionato alle porte di Arezzo?
Riteniamo inoltre che con questa logica l'impianto di San Zeno sarà gestito principalmente a fini di profitto economico e non di servizio pubblico per il territorio e molto probabilmente non fermerà le sue capacità di smaltimento ai soli rifiuti urbani per incenerimento o organici per biodigestione ma si estenderà a ben altre tipologie ben più impattanti.
Chiediamo quindi a Ghinelli, alla destra aretina e all'amministrazione comunale di far tornare Aisa Impianti all'originaria mission per cui era stata creata, cioè un impianto di servizio pubblico volto allo smaltimento esclusivo dei rifiuti del territorio provinciale aretino e del suo ambito e che pertanto non venga lasciata in funzione la linea di smaltimento L45 come inizialmente previsto. Ne vale il benessere degli aretini e della vivibilità di un territorio.


 

Domenica, 11 Agosto, 2024