Conferenza stampa per illustrare un atto d’indirizzo, prima firmataria Donella Mattesini. Sottoscritto da Valentina Vaccari, Francesco Romizi e Michele Menchetti
Fra gli indicatori del benessere elaborati dalle Nazioni Unite, l’abitazione figura tra le dimensioni più rilevanti per ogni persona, insieme al reddito, la salute e l’educazione e rappresenta la prima voce del bilancio familiare.
Una casa in cui abitare è il principale elemento per la stabilità, la dignità individuale e sociale di ogni persona e famiglia.
La crisi economica pre e post Covid ha reso evidente come sia proprio la casa, insieme al lavoro a essere uno dei principali elementi di aumento delle diseguaglianze sociali.
I dati Istat certificano infatti che il 43% delle famiglie in povertà sono quelle che vivono in affitto, percentuale che riguarda in modo particolare le famiglie giovani. La morosità incolpevole è aumentata in modo concistente.
Anche ad Arezzo la situazione corrisponde. I dati dell’ultimo rapporto Caritas confermano che l’aumento delle richieste è aumentato del 114% e che tra le richieste di aiuto riguardano le domande di aiuto per il pagamento dell’affitto e delle utenze domestiche.
Con lo sblocco degli sfratti anche nel nostro territorio i rischi legati alla morosità incolpevole aumenteranno, come le persone che si rivolgeranno ai servizi sociali per chiedere sostegno. Le famiglie più soggette a tale rischio sono quelle monoreddito, monogenitoriali, famiglie straniere e famiglie composte da persone che hannno perso lavoro.
Riteniamo indispensabile e urgente che il Comune colmi il grave ritardo su questo tema e definisca un progetto e azione complessiva sulle politiche abitative.
Noi riteniamo che siano fondamentali azioni di:
1) intervento immediato sostenendo il reddito delle famiglie più fragili attivando uno specifico finanziamento del Comune che si aggiunga ai fondi regionali e nazionali per: sostenere le morosità incolpevoli;
2) istituzione di un fondo di garanzia specificatamente destinato ai proprietari che abbiano ricontrattato gli affitti;
3) censimento degli alloggi invenduti e di quelli sfitti al fine di promuovere risposte positive dei proprietari al bando regionale per il contributo affitti;
4) sostegno all’incrocio tra domanda e offerta e sostegno per l’anticipo delle risorse che i proprietari chiedono di versare alll’atto della stipula (non meno di due mensilità);
5) attivare un tavolo di concertazione con le associazioni che hanno firmato gli accordi territoriali per definire modalità e criteri per la rinegoziazione dei canoni di affitto agevolato;
6) istituire la Commissione territoriale per il contrasto al disagio abitativo al fine di promuovere azioni coordinate, garantire la sostenibilità sociale dello sfratto e favorire il passaggio da casa a casa. Il funzionamento e l’efficienza di tale commissione su cui il Comune è colpevolmente in ritardo di due anni, sono riconosciuti come criteri per la ripartizione tra i LODE dei finanziamenti a sostegno dei programmi di costruzione di alloggi di edilizia sovvenzionata e di alloggi destinati alla locazione per famiglie in stato di disagio abitativo;
7) istituire l’Agenzia sociale per la casa, struttura che eserciti un ruolo attivo di intermediazione a scopi sociali nei confronti della proprietà immobiliare privata; offra garanzie ai proprietari di immobili; stipuli contratti di sublocazione a favore di soggetti svantaggiati; sostenga tutti quei soggetti che per vari motivi non possono ottenere alloggi di edilizia pubblica ma che nel contempo non sono in grado di sostenere interamente gli oneri economici, personali e burocratici connessi all’inserimento nel regime locatario del libero mercato;
8) attivazione del bonus del 110% per gli alloggi di edilizia popolare al fine di una riqualificazione degli alloggi di edilizia popolare.