Senza vena polemica ma per un’esigenza di chiarimento, vorrei dire che mi sento chiamato in causa perché in una recente intervista rilasciata dal vicesindaco si fa riferimento a un fatto specifico che ha caratterizzato il dibattito all’interno della maggioranza: i lecci centenari dei giardini Porcinai. Gamurrini poteva fare tranquillamente il mio nome perché sono stato il promotore, dentro la coalizione, del confronto che poi, fortunatamente, ha portato a rinunciare all’abbattimento di quel patrimonio storico e ambientale della città. Lo rivendico con coerenza e senso di responsabilità. E questa mia iniziativa non è stata un freno all’attività della Giunta ma una risposta concreta alle tante istanze dei cittadini che in quei giorni mi pervenivano e che rivendicavano il mantenimento delle piante. Quello era in clima che si respirava in città e che mi sono assunto l’onore di rappresentare.
Dinanzi a questa mia iniziativa, prima il partito a cui appartengo e dopo Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno convenuto che la scelta migliore da fare era la difesa e la salvaguardia di quell’angolo di Arezzo che è oramai entrato nella cornice urbanistica e nello stesso profilo visivo degli abitanti.
In conclusione, oltre a chiedere il rispetto per il ruolo di consiglieri comunali, eletti dal popolo e suoi legittimi rappresentanti dentro le istituzioni, mi sento di aggiungere che buone idee sono di tutti: non solo di chi siede in Consiglio Comunale ma anche dei nostri concittadini. Per questo la Lega è impegnata nel mantenere con essi ogni forma di contatto, per questo è nelle piazze sia come partito che come gruppo consiliare: per ascoltare la voce di Arezzo.