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Salute e ambiente a San Zeno: la ricerca Life HIA21

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Presentati in palazzo comunale i risultati e le azioni future per il monitoraggio dell’area

Life HIA21: è la ricerca che integra la procedura di Valutazione degli Impatti sulla Salute (VIS) che ha interessato l’area di san Zeno con una procedura innovativa di interazione con  la componente sociale del territorio. Insieme alla popolazione locale interessata, agli amministratori e decisori, ai rappresentanti delle categorie di professionisti, si sono realizzati numerosi incontri pubblici e alcuni gruppi di lavoro tematici per la pianificazione delle attività, la comunicazione, la formazione e l’informazione sulle scelte di progetto, l’analisi tecnica dei dati e dei risultati conseguiti. 

Il progetto si è sviluppato tra il 2011 ed il 2014: i risultati sono stati presentati nel corso della conferenza stampa in palazzo comunale a cui hanno partecipato il dirigente della Ricerca Fabrizio Bianchi (Project Leader LIFE HIA21), il Direttore Dipartimento Prevenzione ASL 8, Domenico Sallese, il Direttore U.O. Igiene Sanità Pubblica ASL 8, Maria Teresa Maurello, il Presidente Associazione Italiana Medici per l'Ambiente - ISDE Italia, Roberto Romizi  e il Centro Formazione e Ricerca Socio-Sanitaria Francesco Redi. Con loro gli assessori Franco Dringoli, Marcello Caremani, Paolo Fulini e alcuni partecipanti ai focus group di valutazione e proposta.

“Un indagine complessa e articolata – sottolinea l’assessore Franco Dringoli – sostenuta da un progetto europeo che ci ha restituito risultati sulla storia ambientale e sanitaria di un’area di circa 5 chilometri che ha interessato 371.700 persone. Un quadro che offre agli enti decisori del territorio e alle realtà produttive presenti nell’area, indicazioni utili per le azioni future. La zona non ha dati allarmanti ma una pressione che ci consiglia di proseguire i monitoraggi e la salvaguardia ambientale. Il Comune in questi anni ha già fatto significativi interventi stradali, per l’acqua e per l’illuminazione che siamo impegnati a proseguire”.

I risultati della ricerca sono disponibili al link  http://www.hia21.eu/progetto/azione.php?v=27 e nel sito www.hia21.eu sulle Azioni del Progetto l'Azione D5.

Il dirigente della Ricerca Fabrizio Bianchi ricorda che “l’area studiata non ha riguardato solo l’inceneritore ma anche altri impianti produttivi della zona, le strade e l’autostrada. Per le rilevazioni sull’aria abbiamo usato modelli e parametri diversi (analisi di sensibilità) che hanno dato i medesimi e  non allarmanti risultati. Per quanto riguarda gli effetti sulla salute, che sono quelli che suscitano maggiore interesse, sui residenti vecchi e nuovi, abbiamo preso in considerazione i parametri di mortalità e ricovero, l’incidenza di malattie cardiovascolari, tiroidee, respiratorie, degli apparati digerente e urinario. E abbiamo rilevato anche le nascite. Complessivamente emerge qualche segnale di sofferenza che dovrebbe portare a fare scelte che possano diminuire il carico inquinante. In generale, la necessità di abbassare i livelli di esposizione alle miriadi di sostanze e prodotti chimici con cui veniamo in contatto e dei quali non conosciamo gli effetti, è una precauzione utile per la salvaguardia ambientale e della salute”.

E’ partner del progetto il Dipartimento Prevenzione ASL 8 che, come specifica il Direttore Domenico Sallese “ha sviluppato in particolare il tema della partecipazione e comunicazione, in collaborazione con il Centro Francesco Redi. Oltre al valore scientifico della ricerca sull’impatto ambientale, sanitario e socio economico, elemento innovativo è rappresentato dalla partecipazione ai focus group e ai forum con i cittadini che merita di essere ancora approfondito.

“A livello internazionale – specifica Roberto Romizi, Presidente Associazione Italiana Medici per l'Ambiente - ISDE Italia – si rilevano 7 milioni di morti premature dovute all’inquinamento. Occorre maggior precauzione non solo sulla gestione dei rifiuti ma anche per valorizzare scelte e buone prassi sugli stili di vita. Nella nostra realtà c’è attenzione e sensibilità a questi aspetti”.

Il medico igienista e Direttore U.O. Igiene Sanità Pubblica ASL 8  Maria Teresa Maurello: “nonostante la ricerca abbia evidenziato valori al di sotto dei limiti ambientali, che sono stati anche ridotti nel corso degli anni, questo non basta per garantire gli aspetti legati alla salute. E’ un discorso ancora aperto per il quale si prevedono ulteriori approfondimenti”.

 

Sintesi della ricerca nei vari aspetti:

Impatto sanitario

Sono state analizzate malattie con tempo di latenza breve, inferiore al periodo di funzionamento dell’inceneritore, quali ad esempio le cardiovascolari o respiratorie e, tra le neoplasie, le leucemie e i linfomi. L’analisi di mortalità ha mostrato lievi eccessi per entrambi i sessi per cause cardiovascolari ischemiche e, nelle sole donne, per malattie respiratorie. L’analisi dei ricoveri in ospedale ha mostrato eccessi per entrambi i sessi per malattie cardiovascolari e urinarie ed un lieve eccesso di rischio di nascita pretermine. Trattandosi di malattie riconducibili a più cause ed essendo presenti diverse fonti di inquinamento, è possibile che nelle aree di sovrapposizione delle ricadute degli inquinanti ci sia stato un effetto combinato dell’inceneritore e di altri impianti.  

Impatto ambientale: campioni di aria, suolo e particolato atmosferico nell’area di S. Zeno non hanno mostrato anomalie di rilievo. Diossine, furani e policlorobifenili (PCB) e metalli sono risultati sensibilmente inferiori ai limiti di legge ed in alcuni casi in decremento rispetto a precedenti rilevi ARPAT. 

Impatto socio-economico e di percezione dei rischi: sono stati distribuiti due questionari ai cittadini. Le risposte dei residenti entro 4 km dall’impianto, confrontate con quelle dei residenti entro 10 km, hanno evidenziato una maggiore percezione del rischio ambientale e riferiscono che l’informazione fornita dall’amministrazione comunale è insufficiente. Questi stessi soggetti mostrano una tendenza a valutare grave la situazione generale nell’area, poiché più di un terzo di essi ha dichiarato che cambierebbe residenza per andare in una zona più salubre.

 

Domenica, 1 Febbraio, 2015